Nel 1960 l'americana Harley Davidson e l'italiana Aermacchi
(già Aeronautica Macchi) di Varese formano la società AERMACCHI-HARLEY DAVIDSON
per la produzione di motoveicoli leggeri in Italia. Dal 1973 il marchio diventa AMF-HD, ossia al subentro della American Machine Foundry al posto di Aermacchi. La produzione motociclistica
si arresta nel 1978, quando Harley Davidson decide di abbandonare la produzione italiana. Nello stesso anno
la Cagiva, nata come fabbrica di minuteria metallica fondata da Giovanni
Castiglioni, rileva l'azienda per continuare in proprio la produzione
motociclistica. Qui di seguito una breve storia del suo primo cavallo di battaglia, la SST 125.
6F = SS 125 e SST 125
9E = SS 250
7T = SST 250
6A = SS 350 (4 tempi)
8F = SST 350 (2 tempi)
LE ORIGINI (1975-1977)
La prima SS 125 prodotta aveva la matricola 6F-60000 H5 (OM 14754). Queste moto avevano freni a tamburo su tutte e due le ruote e le stesse erano esclusivamente a raggi. La strumentazione era costituita dal solo contachilometri mentre accanto ad esso vi era il quadro di accensione a chiave. Montava un motore di tipo SX del
1971 raffreddato ad aria, già montato sui precedenti Aermacchi X90 - Z90 - SXT.
Nel corso del tempo il motore è stato oggetto di modeste modifiche di miglioramento. Altre caratteristiche: frecce a bacchetta, tappo serbatoio a vite, carburatore VHB 27, due sole spie: frecce e abbagliante. Le adesive sul serbatoio recavano la scritta AMF Harley Davidson e le tipiche strisce erano fra loro contrapposte.
AMF-HD SS 125 del 1975
(Immagine da: www.aermacchi-world.de)
LA PRIMA EVOLUZIONE (1978)
Nel 1978 vengono introdotti significativi cambiamenti negli equipaggiamenti ed il nome del modello diventa SST 125
(OM 14754 aggiornato con OM 17697). Primo fra tutti l'introduzione del freno a disco sulla ruota anteriore, al posto del tamburo. Il sistema di alimentazione viene accessoriato con una nuova
scatola filtro. Il quadro strumenti viene ammodernato con l'introduzione del contagiri elettronico (prima assente) e con lo spostamento della chiave di accensione in mezzo al quadro. Le spie vengono portate da due a tre: batteria (GEN), frecce (TURN), abbagliante (HIGH BEAM). Le strisce sul serbatoio passano da 6 a 5 ed assumono la nota configurazione adottata fino al 1983.
AMF-HD SST 125 del 1978
(Immagine da: http://arnaudharley125.skyrock.com/)
L'EPOPEA CAGIVA (1979)
Lo stabilimento di Schiranna (VA) venne rilevato dalla Cagiva che continuò a produrre gli stessi modelli
Harley Davidson. La capacità della Cagiva fu quello di rilanciare l'azienda attraverso un'operazione di marketing senza precedenti. In particolare l'SST 125 divenne la moto più venduta in Italia, stabilendo un record.
A seguito di accordi commerciali le moto venivano prodotte con il doppio marchio
HD-Cagiva.
Il sistema di
numerazione della matricola assume il formato 6F-xxxxx, dove 6F indica il modello e xxxxx indica il numero delle unità prodotte, indipendentemente dall'anno in corso.
La prima matricola HD-CAGIVA SST 125 è 6F-81000. Per il modello SST
125 viene richiesta ed ottenuta una nuova omologazione (OM 19201)
che verrà punzonata a partire dal telaio 6F-82102. Fu in questa
circostanza che Cagiva appose sulla moto il
fregio dell'elefantino italiano in sostituzione dell'aquila
americana. Dopo circa un anno venne abbandonato il doppio marchio a favore della
sola indicazione Cagiva, a partire dal telaio 6F-84123.
HD-CAGIVA SST 125 del 1979
(Immagine concessa da Simone di Pistoia)
LA SECONDA EVOLUZIONE (1980-1983)
Nel 1980 Cagiva presentò il modello SST con diversi miglioramenti, soprattutto estetici: paracatena dritto, carburatore VHBT 27 AD, rimozione blocchetto comandi sul manubrio destro (engine stop) e sostituzione blocchetto comandi sul manubrio sinistro, tappo serbatoio a scatto, logo Cagiva sul carter sinistro, frecce con stelo in gomma dura, pedivella dritta. Ci fu la possibilità di scegliere due varianti: RR classica con ruote in raggi oppure RL con ruote in lega stampata, di moda in quegli anni. I colori disponibili erano quattro: blu metallizzato, nero, bianco, grigio. Successivamente fu
reintrodotto il rosso in serie limitata. Il numero di matricola iniziale del modello 125/81 è 6F-91524, mentre il numero di matricola iniziale del modello SST/82 è 6F-104024.
Nel 1982 il modello SST 125 fu oggetto di un'ulteriore innovazione: a partire dal telaio 6F-108816 venne installata l'accensione elettronica. Fino ad allora l'impianto elettrico, a differenza delle 250 e 350, era alimentato da un volano alternatore meccanico a puntine marca Dansi; il nuovo volano elettronico era un "Mini 6 Hierro" della spagnola Motoplat.
CAGIVA SST 125 RR ruote a raggi
(Immagini concesse da Carlo di Varese e Harry da Osnabruck (Germania)
CAGIVA SST 125 RL ruote in lega
(Immagine concessa da Luigi di Nuoro)
LA TERZA EVOLUZIONE (1983-1984)
Dopo il grande successo ottenuto dal suo cavallo di battaglia Cagiva decide di presentare una nuova gamma di modelli con il nome di ALETTA (ALA per le cilindrate maggiori), nome già usato in precedenza per i modelli Aermacchi. Il nuovo restyling segnava l'abbandono dello stile Harley Davidson a favore di quella categoria di motociclette denominate Enduro che stava conquistando il nuovo favore del pubblico. Iniziavano così i tempi della mitica Aletta Rossa altro oggetto di grande successo della Casa.
In questa fase l'SST mantenne sostanzialmente le sue caratteristiche di moto stradale, praticamente sempre con il vecchio motore HD. Il modello venne denominato Cagiva Aletta SST 125
il cui numero di matricola iniziale era 6F-121025 e presentava diversi ammodernamenti fra i quali: il cupolino, un nuovo quadro strumenti con l'aggiunta di diverse spie (olio, folle, riserva benzina), modifica del fanale posteriore e del suo supporto. Le inconfondibili strisce vennero abbandonate e sostituite con un disegno che ne ricordava la forma. La scritta "Cagiva" sul serbatoio era in rilievo. Per installare la spia del folle fu necessaria una piccola modifica al motore: all'interno del carter sinistro è stato messo un interruttore che toccava la camma del cambio. L'Aletta SST veniva prodotta esclusivamente con le ruote in
lega. L'Aletta SST 125 fu affiancata da una stravagante versione: l'SST 125 C un custom meglio conosciuto come Cagiva Low Rider. Il modello aveva ruote a raggi di serie, sella sdoppiata, manubrio a corna di bue e parafanghi cromati. Il telaio ed il motore erano identici a quelli della sua consorella.
CAGIVA ALETTA SST 125 e CAGIVA LOW RIDER
(Immagini dalla rete)
LA FINE (1984)
Cagiva aveva capito in quale direzione si stava muovendo il mercato, andando
incontro sia alle esigenze del pubblico sia contrastando l'agguerrita
concorrenza delle Case italiane ed estere. Il pubblico, soprattutto quello
giovanile, si stava orientando sui più versatili "enduro" e su
modelli con motori sempre più moderni e performanti. I motori HD erano ormai
obsoleti. Negli ultimi mesi di produzione la Cagiva fece un restyling della SST:
l'Aletta SST 125 fu ribattezzata ALETTA OFFICIAL. Di fatto non cambiò
nulla, eccetto la carrozzeria bicolore con una sella di colore verde
oliva. Le adesive scomparvero e ne fu lasciata solo una sui cofanetti destro e
sinistro a ricordare il nome del modello. D'altronde Cagiva stava già puntando
tutto sulla nuova motocicletta stradale che avrebbe soppiantato l'SST, ossia
l'Aletta Electra. La moto 6F SS aveva ormai fatto la sua parte e la sua
produzione fu abbandonata dopo quasi 10 anni di successi.
CAGIVA ALETTA OFFICIAL l'ultimo SST
(Immagine dalla rete)
Motore SX
Il motore dell'SST deriva da un motore di tipo SX del 1971 che equipaggiava i precedenti modelli Aermacchi HD fra i quali Z90, X90, SX125, SS125. Nel corso degli anni ha subito modifiche per adattarlo sui vari modelli come l'aggiunta di ulteriore attacco al telaio per il 125. Il motore reca una matricola identificativa che si trova stampata in prossimità dell'aggancio posteriore. Sul carter sinistro è stampata la scritta CAGIVA SX, mentre sul carter destro vi è stampata la matricola vera e propria. Essa ha il seguente formato:
Y yyxxxxx
dove Y è una lettera fissa, yy indica le ultime due cifre dell'anno di costruzione e xxxxx è il numero di unità prodotte in quell'anno. Ad esempio Y 8302603 indica il motore n. 02603 prodotto nell'anno 1983.
La nuova era dei 125
I NUOVI MODELLI CAGIVA
Non può mancare una breve carrellata dei successivi modelli Cagiva che, insieme
a motocicli di altre marche, sono diventate icone dei giovani degli anni '80. L'ALETTA ELECTRA 125
del 1984, la stradale dalla linea sinuosa e moderna, con nuovo telaio e nuovo
motore a 6 marce, avviamento elettrico e mono ammortizzatore "Soft
Dump"; la già citata ALETTA ROSSA 125 del 1983 (evoluzione della
Cagiva SXT) un enduro con motore raffreddato ad acqua e con mono ammortizzatore
"Soft Dump" oggetto di culto e di moda dei giovani dell'epoca; il
"sequel" dell'Aletta Rossa ovvero l'ELEFANT 125 prodotta dal
1984 al 1985 (prima serie), altro enduro stile "dakar" con serbatoio
maggiorato, l'ALETTA ORO S1 125 una moto carenata dall'assetto sportivo.
Altre successive produzioni sono state la TAMANACO 125 evoluzione della
Elefant, prodotta anche in versione 50cc con il nome di COCIS; la FRECCIA prodotta
nelle versioni C9, C10, C12 e C12 R; la famosa MITO
moto da corsa prodotta in successive serie per oltre 20 anni, produzione
cessata nel 2012.
CAGIVA ALETTA ELECTRA - CAGIVA ALETTA ROSSA - CAGIVA ELEFANT - CAGIVA ALETTA ORO
(Immagini concesse da Stefano di Pistoia e dalla rete)
CAGIVA TAMANACO - CAGIVA FRECCIA C10 - CAGIVA MITO
(Immagini: wikipedia)